L'SOS choc. Ha 'collezionato' tre infarti in sei anni, per questo si
guarda bene, con il freddo glaciale e con una coltre di neve alta così,
dall'andare a piedi in città, anche se il centro dista solo 4
chilometri. È la situazione paradossale che vive Lorenzo Ermini, isolato
da tre giorni con la sua famiglia in una piccola frazione di Ascoli,
Rosara, che sembra essere ripiombata nel Medioevo: gli abitanti sono
senza luce, senza riscaldamento, se si eccettua il caldo del camino, e
con i viveri che cominciano a scarseggiare. Lorenzo, operaio
metalmeccanico, abita con la moglie, la mamma ottantenne e un cugino che
lo ha raggiunto con la sua famiglia: moglie e figli.
«Da qui - si sfoga con l'ANSA - riusciamo a vedere la strada provinciale
che scorre sotto di noi, completamente percorribile, mentre la strada
comunale è bloccata, ostruita da un muro di neve e nessuno si è fatto
ancora vivo per liberarla. In paese c'è un metro e mezzo di neve. Non è
stato mai pulito. Qui siamo una trentina di famiglie. Chi ha potuto se
n'è andato via a piedi, ma io non posso. Ho avuto tre infarti negli
ultimi sei anni, non riesco a raggiungere Ascoli a piedi, anche perché
la neve è alta. E a dirla tutta - s'indigna Ermini - non mi sta neppure
bene. Essere evacuati per la neve nel 2017 è veramente inaccettabile».
«Non abbiamo elettricità - incalza Lorenzo - e alle 17:30 già è buio.
Come facciamo? Andiamo avanti al lume di candela. Per scaldarci c'è il
fuoco del camino, ma anche la legna sta finendo. Per i viveri abbiamo
chiesto alla Protezione civile, e hanno detto che ce li faranno avere.
Senza energia elettrica non possiamo neppure caricare i cellulari, ci
industriamo collegandoli al caricabatterie dell'auto». Insomma, un
Medioevo di ritorno, «e nel 2017 - insiste Lorenzo - non si può proprio
accettare».
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