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giovedì 19 gennaio 2017

Rigopiano, i testimoni dallʼhotel: "Ho visto la montagna cadere"

Tra le persone rimaste intrappolate sotto la slavina che ha investito l'hotel Rigopiano c'è anche una coppia marchigiana: "Ieri sera mi hanno scritto che dovevano ripartire ma sono rimasti bloccati dalla neve" racconta il fratello di uno dei dispersi. "Giampiero mi ha chiamato dicendo che l'albergo era completamente crollato" spiega un ristoratore. Ecco le testimonianze di chi si trovava nell'albergo di Farindola.
 Marco e Paola, bloccati dalla neve - "L'ultimo contatto con Marco alle 16:30 di ieri pomeriggio e ancora la slavina non era venuta giù: poi piu' nulla": parole di Fulvio Vagnarelli, fratello di una delle persone rimaste intrappolate nell'hotel Rigopiano assieme alla compagna. La coppia, di origine marchigiana, si trovava in vacanza: "Ci siamo messaggiati su WhatsApp, mi ha scritto che stavano per ripartire, ma c'erano ritardi per via della neve. C'erano dieci auto in fila e stavano aspettando che fosse liberata la strada" racconta sempre il fratello secondo cui la coppia era più impaurita per il maltempo che per le scosse di terremoto e avrebbe dovuto lasciare l'hotel prima della tragedia ma non ha fatto in tempo proprio per le condizioni dle tempo. "L'ultimo messaggio lo h amandato a mio figlio - dice ancora Fulvio - Lo ha avvisato che, visto che non riuscivano ancora a ripartire, rientrava in hotel e che dentro il telefono non prendeva. Da quel momento non abbiamo piu' notizie di Marco e Paola". 
La telefonata: "E' caduto tutto" - E' tragico anche il racconto di Quintino Marcella, ristoratore e datore di lavoro di uno dei superstiti: "Ieri sera ho ricevuto la chiamata di Giampiero alle 17.40. Mi chiedeva aiuto disperatamente. Diceva 'è caduto, è caduto l'albergo'. Mi sono attivato subito, ho chiamato i soccorsi. Sono stato in contatto con lui più di una volta, fino alle 23. Poi mi ha richiamato stamattina dicendo che l'avrebbero portato in elicottero a Pescara". 
Tutti i clienti volevano andare via - Ancora Quintino Marcella spiega che gli ospito dell'albergo erano tutti pronti ad andarsene prima di essere travoltoi dalla valanga: "Giampiero e tutti gli altri ospiti dell'albergo avevano pagato ed avevano raggiunto la hall, pronti per ripartire non appena sarebbe arrivato lo spazzaneve. Gli avevano detto che sarebbe arrivato alle 15, ma l'arrivo è stato posticipato alle 19. Avevano preparato già le valigie, tutti i clienti volevano andare via". 
La coppia che non risponde - Tra i dispersi risulta anche una coppia di Castignano (Ascoli Piceno) , come rivela il sindaco del paese Fabio Polini: "Ho saputo la notte scorsa che nessuno dei due purtroppo risponde alle telefonate dei familiari". 
"Io, salvo perché ero andato a prendere una cosa in auto" - "Sono salvo perchè ero andato a prendere una cosa in automobile. Mia moglie e i miei due figli sono rimasti in albergo". L'appello disperato arriva da Giampiero Parete, 38 anni, uno dei superstiti tratti in salvo dai primi soccorsi. Proprio a chi lo ha salvato ha raccontato: "E' arrivata la valanga e sono stato sommerso dalla neve. poi sono riuscito a uscire". Una volta tratto in salvo Giampiero si è dilungato nei particolari: "Mia moglie aveva mal di testa e aveva bisogno di una medicina che era in macchina. Allora sono uscito dall'albergo e sono andato in auto. Mentre tornavo verso l'hotel ho sentito rumori e scricchiolii e ho visto la montagna cadere addosso all'edificio. Ha travolto anche me, ma parzialmente. Ho visto gran parte dell'albergo ricoperto dalla neve". Giampiero ha anche provato a raggiungere l'hotel: "Ho provato a entrare dentro ma ho rischiato di rimanere intrappolato; allora mi sono aggrappato ad un ramo e sono riuscito a tornare verso la macchina. Poi ho incontrato il manutentore dell'albergo e insieme abbiamo lanciato l'allarme. Dall'interno dell'hotel non ho sentito alcun rumore o movimento".

Sepolti dalla neve a 4 km da Ascoli, l'sos choc di una famiglia

L'SOS choc. Ha 'collezionato' tre infarti in sei anni, per questo si guarda bene, con il freddo glaciale e con una coltre di neve alta così, dall'andare a piedi in città, anche se il centro dista solo 4 chilometri. È la situazione paradossale che vive Lorenzo Ermini, isolato da tre giorni con la sua famiglia in una piccola frazione di Ascoli, Rosara, che sembra essere ripiombata nel Medioevo: gli abitanti sono senza luce, senza riscaldamento, se si eccettua il caldo del camino, e con i viveri che cominciano a scarseggiare. Lorenzo, operaio metalmeccanico, abita con la moglie, la mamma ottantenne e un cugino che lo ha raggiunto con la sua famiglia: moglie e figli.  «Da qui - si sfoga con l'ANSA - riusciamo a vedere la strada provinciale che scorre sotto di noi, completamente percorribile, mentre la strada comunale è bloccata, ostruita da un muro di neve e nessuno si è fatto ancora vivo per liberarla. In paese c'è un metro e mezzo di neve. Non è stato mai pulito. Qui siamo una trentina di famiglie. Chi ha potuto se n'è andato via a piedi, ma io non posso. Ho avuto tre infarti negli ultimi sei anni, non riesco a raggiungere Ascoli a piedi, anche perché la neve è alta. E a dirla tutta - s'indigna Ermini - non mi sta neppure bene. Essere evacuati per la neve nel 2017 è veramente inaccettabile». 
«Non abbiamo elettricità - incalza Lorenzo - e alle 17:30 già è buio. Come facciamo? Andiamo avanti al lume di candela. Per scaldarci c'è il fuoco del camino, ma anche la legna sta finendo. Per i viveri abbiamo chiesto alla Protezione civile, e hanno detto che ce li faranno avere. Senza energia elettrica non possiamo neppure caricare i cellulari, ci industriamo collegandoli al caricabatterie dell'auto». Insomma, un Medioevo di ritorno, «e nel 2017 - insiste Lorenzo - non si può proprio accettare».