Circa 200 persone sono state sfollate, nel cuore della
notte tra sabato e domenica, a causa di una frana che minaccia alcuni
palazzi in località Quezzi, sulle alture di Genova. A
dare l’allarme sono stati alcuni abitanti, svegliati dal boato causato
dal crollo di un muro di contenimento della collina. Sono circa 60 le
famiglie interessate dallo sgombero. Domenica sera, dopo i sopralluoghi
dei tecnici, hanno fatto rientro nelle loro case.
Lo sgombero è stato necessario dopo il cedimento di un muro e del terreno
che ha messo a nudo le fondamenta di un palazzo edificato nel greto del
rio Fereggiano, il corso d’acqua che tracimò nell’autunno del 2011 e
fece sei morti. Il palazzo è stato evacuato, come i due prospicienti che erano minacciati da un eventuale crollo dell’altro edificio.
I controlli hanno accertato che il palazzo non ha danni strutturali e
così anche gli altri due non sono in pericolo. Un primo segnale era
arrivato venti giorni fa con un piccolo cedimento di terreno di
proprietà privata. Il Comune aveva intimato di intervenire senza
ottenere però alcuna risposta. Era stata la stessa amministrazione
allora a mettersi in moto, operando ‘in danno’ dei privati. Ma l’acqua
caduta in due giorni ha, in pratica, accelerato gli eventi, seppellendo
anche una ruspa della municipalizzata Aster che lì stava lavorando da
giorni.Ora i proprietari interverranno per mettere in sicurezza e per ripulire
l’alveo del rio. “E’ colpa di come è stata costruita la città, è un episodio frutto della cementificazione“,
ha detto il sindaco Marco Doria durante il sopralluogo a Quezzi.
Ipotesi confermata dall’assessore regionale alla Protezione civile,
Giacomo Giampedrone, che sottolinea: “Il cedimento è del tutto
indipendente dal maltempo dei giorni scorsi”.
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