mercoledì 7 dicembre 2016

Gli studenti italiani penultimi in Europa, lievi miglioramenti solo in matematica

Non solo sono gli ultimi della classe, anzi penultimi, ma marinano anche la scuola. Ennesima bocciatura per gli studenti italiani che, perdendo due posizioni rispetto allo scorso anno, si piazzano al 34esimo posto tra i 35 paesi dell’Ocse.  La classifica è stata stilata in base ai test Programme for international student assessment (Pisa)-Invalsi 2015 sulle competenze dei 15enni. Un crollo medio che non riguarda però tutta Italia: Bolzano, Trento e la Lombardia sono tra i primi a livello mondiale, compresi altri 37 paesi fuori dall’Ocse, la Campania invece sprofonda in classifica al pari di Azzorre e Argentina. Brutti risultati, quindi, nonostante i ragazzi italiani stiano sui libri molto più degli altri: 50 ore settimanali, tra casa e scuola, contro le 36 della Finlandia e le 41 del Giappone. Analizzando i voti, emerge che in scienze l’Italia è al 27° posto su 35 con 481 punti contro una media Ocse di 493, come Croazia e Ungheria. 
 
Solo il 4% degli studenti italiani è un “top performer” contro una media Ocse dell’8%. Stesso risultato per la lettura per cui l’Italia è al 26° posto con 485 punti contro i 493 di media internazionale. Top performer è solo il 5,7% degli studenti contro l’8,3% Ocse. Si alzano invece i voti di matematica con 490 punti, in linea con la media Ocse, al pari di Francia e Gran Bretagna. La percentuale dei migliori è salita di 3,5 punti fino a raggiungere il 10,5% del totale. Ma i guai, in pagella, arrivano anche per le assenze: il 55% degli studenti, oltre uno su due, ha marinato la scuola contro una media Ocse del 20% e un aumento di 7 punti sul 2012.  A risentirne, ovviamente, è la preparazione. Gli studenti che saltano le lezioni hanno in media 31 punti in meno in scienze rispetto a chi frequenta regolarmente. Promossa a pieni voti, invece, la scuola italiana in merito all’equità nell’istruzione: le differenze socio-economiche condizionano solo il 10% delle variazioni della performance rispetto a una media Ocse del 13%. Inoltre i ragazzi delle scuole pubbliche raggiungono 40 punti in più in scienze rispetto ai coetanei che frequentano le private.

Sma, il farmaco della speranza: i piccoli Zoe e Asher migliorano

Il farmaco della speranza. Quando alla piccola Zoe Harting, a pochi mesi di vita, venne diagnosticata la Sma1, la forma più severa di atrofia muscolare spinale, i neurologi dissero ai genitori che non avrebbe superato i 2 anni. Era il 2012 e fu una doccia fredda per John ed Eliza Harting. «Ci dissero che avremmo potuto solo accudirla, darle amore e lasciarla morire», raccontano. Poi una svolta insperata: Zoe, nel 2013, diventa la prima bambina al mondo a ricevere un farmaco sperimentale, il nusinersen, che ora i medici sperano possa cambiare le vite di migliaia di piccoli pazienti come lei. Zoe è nata a El Granada (California) e aveva 7 mesi quando ha cominciato il trattamento. Allora era molto debole, non riusciva a sedersi né a rotolare. Non poteva muovere le gambe e alzare le braccia da sdraiata, oltre ad avere difficoltà a deglutire. Così quando i genitori - lui bioinformatico, lei statistica - ricevettero una chiamata dal neurologo pediatrico John Day della Stanford University, che proponeva loro di considerare l'arruolamento in un trial clinico su un nuovo farmaco sperimentale, accettarono. Oggi i risultati dello studio che la piccola ha contribuito a lanciare si sono guadagnati le pagine di 'Lancet'. Secondo quanto riportato il farmaco, sviluppato da Ionis Pharmaceutical in partnership con Biogen, è risultato sicuro e ben tollerato. Anche se il trial multicentrico ha incluso solo 20 bambini ed era finalizzato principalmente a testare la sicurezza, i ricercatori riferiscono significativi miglioramenti nella capacità dei baby-pazienti di raggiungere traguardi motori, la loro funzione motoria è risultata migliorata e si è osservato un aumento della funzione dei nervi che vengono colpiti dalla malattia. Ora il farmaco sta procedendo rapidamente attraverso l'iter regolatorio di approvazione. 
In aggiunta al trial al quale ha partecipato Zoe, il nusinersen è stato valutato in un altro studio clinico su pazienti con Sma1 che è stato stoppato prima del previsto ad agosto perché, spiegano gli esperti, era ovvio che i bambini trattati stavano raggiungendo un numero significativamente maggiore di traguardi motori rispetto a quelli del gruppo di controllo. Il trial è stato dunque trasformato in un 'open-label study', il che significa che tutti i partecipanti possono ricevere il farmaco. Il trattamento sperimentale - spiegano gli scienziati - ha rallentato la progressione della malattia, migliorato la sopravvivenza e in alcuni casi ha dimostrato un notevole miglioramento della funzione muscolare. «Con nusinersen questi bambini non solo vivono più a lungo, ma stanno vivendo meglio», commenta Richard S. Finkel, autore principale dello studio su Lancet e responsabile di Neurologia al Nemours Children's Hospital di Orlando (Usa). «Non si può definire una cura, ma è più di quanto siamo mai stati capaci di offrire a queste famiglie finora», assicura.
Come Zoe anche Asher Camp di Lakeland (Florida) ha ricevuto una diagnosi di Sma1: aveva 6 mesi e anche lui ha cominciato il trattamento all'interno del trial clinico un mese più tardi al Nemours Children's Hospital. Ora ha 3 anni. I suoi genitori hanno osservato uno sviluppo che ritenevano impensabile. «Grazie ai finanziamenti alla ricerca, alla sensibilizzazione dei pazienti, possiamo immaginare un giorno in cui i genitori non verranno più mandati a casa con una diagnosi che suona come una condanna a morte ma con una speranza per il futuro», dice la mamma di Asher, Amanda Camp.
L'approvazione della Fda per nusinersen è attesa entro i prossimi 2 mesi (il dossier è stato sottoposto anche all'agenzia europea Ema), e nel frattempo il medicinale è disponibile nell'ambito di un programma di accesso allargato in alcuni centri Usa, incluso il Lucile Packard Childern's Hospital Stanford. «Questo farmaco davvero cambia le cose per la Sma», sottolinea Day. Nusinersen è un oligonucleotide antisenso che funziona attaccandosi a una specifica porzione di materiale genetico. La Sma1 si sviluppa nei bambini che ereditano 2 copie difettose del gene Smn1, che codifica per una proteina chiamata 'Survival motor neuron' che mantiene i nervi che trasportano i segnali dal midollo spinale ai muscoli. Senza, i nervi degenerano e i muscoli si atrofizzano. La maggior parte delle persone hanno un secondo gene chiamato Smn2, identico al 99% a Smn1, che però produce una proteina molto poco funzionale. «È come una ruota di scorta ma piatta», osserva Day, e il farmaco nusinersen può 'gonfiarlà, portando a un aumento della produzione di proteina Smn funzionale. Una scoperta ancora più grande, aggiunge Day, è che farmaci con lo stesso meccanismo d'azione potrebbero aiutare a trattare altre malattie genetiche. Al momento sono in corso trial su altre malattie neurologiche, inclusa la distrofia muscolare, la Corea di Huntington e la Sla. 

lunedì 5 dicembre 2016

Usa, sente un tonfo e va in soffitta: nonna trova il cadavere del nipote scomparso due anni prima

Quella soffitta era rimasta inesplorata per oltre due anni. Fino a mercoledì, quando un tonfo ha stuzzicato la curiosità di Zanobia Richmond, 65enne di Erie, in Pennsylvania. Un rumore anomalo che l'ha portata a inerpicarsi fino all'ultimo piano della sua casa per fare una scoperta agghiacciante: sul pavimento di quello spazio angusto c'era il corpo di suo nipote Dyquain Rogers, 21 anni, scomparso da due anni.

Era il primo novembre del 2014 quando la famiglia vide il ragazzo per l'ultima volta. Dyquain aveva ricevuto una chiamata sul cellulare e poi aveva fatto perdere le sue tracce. Non si presentò mai al Little Caesar's, dove lavorava come manager, lasciando a casa il telefonino, il portafoglio e ogni effetto personale. Il 4 novembre la famiglia denunciò la scomparsa e la polizia avviò le ricerche. Tuttavia, senza alcun indizio e senza una pista da seguire, l'attenzione sulla scomparsa scemò di giorno in giorno. L'unico dato certo è che ultimamente Dyquain doveva essere infelice, come risulta dagli ultimi post del ragazzo su Facebook. «Sto attraversando il periodo più sfortunato della mia vita» aveva scritto il 31 ottobre. «La gente si comporta in maniera strana ultimamente. È per questo che faccio tutto per me e non per gli altri» si legge in un post del 16 ottobre. Poi un lungo silenzio durato oltre due anni e la tragica scoperta.  «Ho continuato a fingere che avesse lasciato Erie - ha detto Carol Rogers, madre del ragazzo - Mi sono concentrata su quello. Dicevo a tutti che il mio Dyquain se ne era andato via da qui». Adesso la polizia sta indagando sulla sua morte. «È uno dei pochi casi che abbiamo avuto a rimanere avvolto nel mistero - ha detto Julie Kemling della polizia - Pensiamo si tratti di un suicidio, ma continueremo le indagini fino a quando non avremo una risposta certa». La famiglia, tuttavia, non crede all'ipotesi che il giovane possa essersi tolto la vita. «Non pensiamo assolutamente che sia questo il caso - ha concluso Erica Jeffries-Jordan, una zia - Vogliamo delle risposte».

"Mia figlia morta a 7 settimane per colpa del lettino. E quella culla è ancora in vendita"

La madre di una bambina morta con la gola schiacciata dalla sua culla ha chiesto il ritiro del lettino in Gran Bretagna. Grace Roseman è morta nel mese di aprile dello scorso anno, mentre dormiva in una culla Bednest.  Il lettino era stato progettato per essere posizionato accanto al letto del genitore. Ma la piccola Grace rotolando si è trovata con la trachea schiacciata contro il lato della culla Bednest.  I progetti attuali del lettino non hanno questa stessa funzione e la società ha anche emesso un kit per i modelli più vecchi, per modificare le culle. Ma la madre di Grace, Esther, è preoccupata del fatto che la gente possa comprare la culla di seconda mano, senza le modifiche o tutte le istruzioni.  Esther ha detto al Daily Mail: "Il 9 aprile 2015, alle 10:39, la nostra bambina, Grace, che aveva appena sette settimane di vita, è morta. Subito dopo la tragica morte di Grace, come madre, ho sentito forte il senso di colpa, la vergogna, i giudizi. Purtroppo, la Bednest non sembra neanche credere che la culla abbia causato la morte di Grace."

Rischia la vita per salvare 25 gatti: "Stavano morendo in un incendio"

Una "gattara" modello Jean Favini, presidente di Oasis for animals (Langley WA), che ha messo a rischio la sua vita per salvare quella di 24 gatti che si trovavano in un edificio in fiamme.   L'incendio è divampato da un corto circuito di un forno a micronde e in breve tempo le fiamme hanno invaso tutto l'appartamento che era stato trasformato in un vero e proprio rifugio per gatti. La donna quando si è resa conto del fumo che usciva dalla finestra dell'appartamento ha immediatamente chiamato i soccorsi che però le hanno consigliato di non salire in casa. Jean non ha però potuto accettare l'idea che i suoi animaletti morissero bruciati o intossicati, così non ha esitato ed è salita per andarli a salvare.
Con un asciugamano sul viso per limitare le esalazioni è salita nell'appartamento e, uno a uno, a messo in salvo i suoi pelosi amici. «Quando li avevo fra le mie braccia ho messo la mia bocca sul loro naso e ho tappato loro la bocca per cercare di costringerli a trattenere il fiato. Temevo non ce l’avrebbero fatta visto l’odore e la tossicità del fumo che si era diffuso», ha raccontato la donna. I gatti sono stati portati da un veterinario e accuditi dalla donna nei giorni a seguire:  «Ho continuato trattamenti con il nebulizzatore, ho pulito i loro nasini, li ho fatti bere e ho cercato di convincerli a mangiare un po’».  Purtoppo 5 mici non sono però riusciti a salvarsi.

David e Victoria Beckham vendono reggia a Los Angeles, di 4mila metri quadrati: manca il campo da calcio

David e Victoria Beckham vogliono vendere la loro "reggia" di Bel Air a Los Angeles, quasi 4mila metri quadrati e pagata nove anni fa 24 milioni di dollari... per trovare qualcosa di più grande. L'"happy family" targata Beckham insomma ha bisogno di più spazio: 6 camere e 9 bagni, una piscina e un terreno di quasi 5mila metri quadrati non bastano più. Manca il campo da calcio per i bambini...
Da tempo i coniugi Beckham lamentano le "ridotte" dimensioni della loro dimora. In particolar modo, avrebbe rivelato una fonte al tabloid The Sun: "Il giardino è troppo piccolo per giocare a calcio ed i ragazzi devono andare dai loro amici, vicini di casa per poter giocare". Davvero un grosso problema, che deve essere risolto al più presto!

venerdì 2 dicembre 2016

Aereo precipitato, le prime testimonianze dei sopravvissuti: “Le luci si sono spente”

Un disastro aereo che verrà ricordato per sempre quello che ha coinvolto la squadra di calcio brasiliana Chapecoense, nel quale hanno perso la vita 71 persone tra membri dello staff, calciatori e giornalisti a bordo dell’aereo.
Nel dramma ci sono 6 piccoli miracoli: sei persone che, nonostante la brutalità dell’impatto, sono riuscite a sopravvivere seppur in maniera più o meno drammatica. Tra di loro c’è il tecnico di volo brasiliano Erwin Tumiri che ha parlato ai giornalisti, dicendo: “Sono sopravvissuto perché ho seguito i protocolli di sicurezza.


Di fronte a quel che accadeva, molti si sono alzati dai seggiolini e hanno cominciato a gridare. Io ho messo le valigie in mezzo alle gambe per formare la posizione fetale che si raccomanda negli incidenti”.
 Tra coloro che ce l’hanno fatta, rimediando soltanto una frattura della tibia e del perone della gamba destra, c’è anche la hostess Ximena Suarez che ha raccontato: “Le luci si sono spente poco prima dell’impatto. Non mi ricordo altro”. Alan Ruschel è un’altro sopravvissuto: prima di decollare si è scattato un selfie e ha registrato qualche video insieme ai compagni. Ruschel è arrivato in condizioni gravissime all’ospedale San Juan de Dios. In un momento di semi-lucidità avrebbe sussurrato ai medici: “La mia famiglia, i miei amici, dove sono?”.
Helio Zampier Neto è stato l’ultimo sopravvissuto trovato tra i rottami dell’aereo dilaniato dallo schianto. Ora si trova nell’ospedale di Medellin e le sue condizioni sono gravissime: ha un trauma cerebrale e fratture esposte degli arti. A trarlo in salvo è stato il capitano del corpo dei pompieri del Perù, Teobaldo Garay, che era in visita in Colombia: “Mi sono preso cura della testa e del collo, visto che il paziente aveva subito un grave trauma cranico e in stato quasi di incoscienza”, ha ammesso Teobaldo Garay. Il portiere 24enne, Jackson Follmann, è sopravvissuto ma, durante il ricovero, gli è stata amputata la gamba destra: ora rischia anche l’amputazione della sinistra.
Rafael Valmorbida è l’unico dei 22 giornalisti sopravvissuti al disastro aereo: lavora per Radio Oeste Capital.

Alberi di Natale, ecco i vip che hanno già addobbato casa

Rapite dal clima natalizio che si respira nelle grandi città, sono tante le vip che non hanno resistito alla tentazione di addobbare l'albero di Natale con anticipo. Da Claudia Galanti, in compagnia dei suoi due bambini, a Elisabetta Gregoraci con Nathan Falco, alle belle sorelle Buccino. Per Simona Ventura invece grande shopping in un negozio di addobbi a Napoli. Ma non solo...
Come ogni anno è Claudia Galanti ad aprire le danze degli addobbi insieme a Liam e Tal Harlow. Grandi palle oro e rosse si alternano con eleganza sull'enorme albero luminoso.
"Mi porto avanti adoro le luci e le feste", cinguetta su Instagram Antonella Clerici mentre mostra ai follower un video del suo albero in cui prevalgono l'argento e il rosso. Per la presentatrice sarà un Natale speciale, il primo con Vittorio Garrone.

Cerchietto da renna in testa e maglioncino rosso. Alessia Marcuzzi, in una calda giornata romana anticipa la tradizione dell'Immacolata e con Mia sistema le palle sui rami dell'abete in terrazza.

Anche le sorelle Buccino, in pieno clima natalizio addobbano l'albero con una mise super sexy. Minigonna per Cristina e leggings per Martina che posa sulla scala. A lei il compito di comporre la punta del finto abete.

Per Simona Ventura, invece, grandi acquisti di addobbi in un negozio super lussuoso di Napoli. Restiamo in attesa di scoprire come allestirà la sua casa.



Fuga di gas nella scuola elementare: evacuati 200 bambini

Evacuata una scuola di Ladispoli, vicino Roma, per una fuga di gas. Circa duecento bambini sono stati fatti uscire dalle classi della scuola Ilaria Alpi a in via precauzionale per una fuga di gas.  Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco. L'istituto comprensivo si trova in via Praga fronte civico 6. Al lavoro due squadre dei pompieri con ausilio del carro NBCR.

Jennifer Lopez, l’occhio nero fa preoccupare i fan

Un occhio nero e il viso imbronciato, Jennifer Lopez fa preoccupare i suoi fan dopo aver postato su Instagram un selfie in cui mostra un occhio nero.
JLo tranquillizza subito tutti scrivendo: “Sometimes work can be rough” (Qualche volta il lavoro può essere ruvido) lasciando intendere che non si tratta di qualcosa di grave ma probabilmente di un piccolo incidente senza conseguenze.
Il post è stato preso d’assalto , in senso buono, da tutti i suoi follower che ancora una volta hanno mostrato un grandissimo affetto per la loro beniamina.

XFactor 10, esce Loomy al sesto live. Fan in delirio per Skin

 
Poco più di un minuto per un suggestivo viaggio negli stili musicali: si è aperto con un entusiasmo contagioso e grande energia questa sera il sesto live di X Factor, grazie al brano dei Coldplay «Hymn for the weekend», trasportato nelle sonorità del rock, del funk e del motown, nell'interpretazione di tutti gli artisti in gara, come ormai da tradizione. Una puntata attesa che Alessandro Cattelan a inizio diretta definisce subito infuocata, visto che al termine si saprà chi dei concorrenti potrà accedere alla semifinale e lì presentare finalmente il proprio inedito. Televoto aperto e poi a rompere il ghiaccio della prima manche a tema libero è colei che, come dice il suo mentore Fedez, «porta la freschezza della sua generazione»: Rochelle interpreta «Doo-Wop» di Lauryn Hill e convince tutti con una performance sicura e naturale. Con i Soul System e la loro interpretazione di «Feel Good Inc» dei Gorillaz l'atmosfera diventa di festa, mentre Eva, pupilla di Manuel Agnelli («la sua espressività non ce l'ha nessuno», dice, esibendo sulla giacca, come tutti i suoi compagni di giuria e lo stesso Cattelan, il nastro rosso simbolo della lotta contro l'Aids, che oggi si celebra), con una sensuale «Mad about you» cantata in sottoveste offre un'esecuzione giudicata meno efficace del solito dal punto di vista vocale.
Loomy, con il brano «Cheap Thrills» di SIA feat. Sean Paul (in cui la voce femminile è quella della stessa Arisa), se la cava («sei la telefonata sotto sequestro di Lapo a X Factor», gli dice Fedez) ma iniziano le scintille con l'accusa da parte di Manuel Agnelli verso Arisa e il suo concorrente di puntare sul «pietismo». Solo chitarra e voce, e giochi luminosi per Andrea che interpreta «Wonderwall» degli Oasis, e poi a chiudere la manche arriva Gaia con «Let it go» di James Bay e una perfomance minimalista, che punta sull'intensità. Un'intensità che Arisa dichiara di non recepire, entrando di nuovo in polemica con Agnelli. In attesa di sapere l'ultimo classificato della prima manche (l'unico che va dritto allo scontro finale, senza fare la seconda esibizione), a mandare il pubblico in delirio ci pensa l'ex giudice di X Factor Skin che torna sul palco del talent di Sky Uno con i suoi Skunk Anansie: nel medley l'emozione è a fior di pelle con alcuni dei più grandi successi della band, da Secretly a Because of you a Yoùll follow me down.
Dopo il primo voto, è Loomy ad avere la peggio, lasciando il palco. Con l'ingresso in scena di un'orchestra di 37 elementi inizia la seconda manche «sinfonica», ad alto tasso di eleganza e suggestione. Il via lo dà Andrea, tuffandosi negli anni '80 con «Please, please, please let me get what I want» degli Smiths, poi arrivano in successione le due cantanti di Fedez, Roshelle con «No» di Meghan Trainor a metà tra r&b e hip hop, e Gaia che offre un'interpretazione intimista di «Come foglie» di Malika Ayane. Ancora entusiasmo con i Soul System che presentano «Where is the love» dei Black Eyed Peas, e poi a chiudere la manche Eva con un grande classico, «Senza fine» di Gino Paoli. Al ballottaggio finale arrivano i due 'under' Loomy e Gaia, che eseguono i cavalli di battaglia e attendono il verdetto. Il pubblico vota e decide: a raggiungere gli altri concorrenti nella semifinale è Gaia, mentre Loomy viene eliminato (e Arisa non trattiene le lacrime). Poi i riflettori si accendono per Fabio Rovazzi, il re dei tormentoni, che presenta in esclusiva (sul palco anche Enrico Papi, che lo aveva imitato a Tale e Quale Show) il nuovo singolo «Tutto molto interessante», prodotto da Merk & Kremont e Marnik. La prossima settimana si attendono nell'Arena di X Factor Giò Sada e gli Urban strangers.

Morti in ospedale a Saronno, le minacce del medico alla testimone

Leonardo Cazzaniga, l'anestestista dell'ospedale di Saronno accusato di aver provocato la morte di alcuni pazienti in coppia con Laura Taroni, avrebbe minacciato di morte l'infermiera che poi lo ha denunciato. "Tu da ora in avanti sei finita - avrebbe detto -, potrei ucciderti in qualunque momento". Minacce che però non hanno fermato la donna. Intanto, secondo La Stampa, i pm vorrebbero arrestare il primario del reparto per non aver denunciato i fatti.
Il "no" al protocollo Cazzaniga - L'infermiera minacciata di morte si era rifiutata in più occasioni di somministrare ai pazienti i sovradosaggi imposti dal vicemprimario. Una scelta che la portò a ricevere invettive pesanti da parte di Cazzaniga: "Non sei ancora morta? Morirai di cancro all'utero". Secondo i pm di Busto Arsizio, l'infermiera, contravvenendo ai "protocolli" dell'anestesista, salvò la vita a diversi pazienti. Ma le minacce proseguivano, sempre più gravi. Da lì la decisione di denunciare Leonardo Cazzaniga alle autorità.
Il caso di un malato di tumore - A segnalare il comportamento dell'anestesista di Saronno è stato anche un altro infermiere, che agli inquirenti racconta il caso di un malato di tumore morto nel giro di venti minuti. "Il medico mi disse che se ne sarebbe occupato lui mettendo in pratica il suo protocollo", ha dichiarato.
I pm vogliono arrestare il primario - Le indagini sulle morti sospette nell'ospedale di Saronno non riguardano solo il dottor Cazzaniga e l'infermiera Laura Taroni, ma anche il primario del Pronto soccorso. Secondo i pm, il dottor Nicola Scoppetta avrebbe infatti "sottovalutato le denunce interne riguardanti la condotta del medico" e "aiutato il medesimo a eludere le investigazioni delle autorità". Non solo: il primario "dissuadeva anche gli infermieri dal presentare denuncia e, contro ogni evidenza scientifica, giudicava corretto l'operato di Cazzaniga sotto il profilo professionale e deontologico".
Le denunce al primario - Le accuse nei confronti di Scoppetta sono giunte, anche in questo caso, da due infermieri attivi nella struttura. La prima denuncia è datata 2013. a firma di Clelia Leto. "In alcune occasioni - scrive ai vertici dell'ospedale - il dottor Cazzaniga ha minacciato di applicare il suo protocollo a pazienti inviati al 118 in codice rosso". La seconda segnalazione arriva dopo soli tre giorni: "Nel giro di pochi minuti si è constatato il decesso di un paziente - afferma l'infermiere Iliescu Radu -. Il dottor Cazzaniga ha scritto nel referto di aver somministrato 60 mg di midazolam e 200 mg di propofol. Alla domanda come mai avesse scelto quella terapia, mi è stato detto che non potevo capire".
Nonostante le segnalazioni, però, dopo poche settimane il primario Scoppetta chiude l'indagine interna nei confronti dell'anestesista. "Non ritengo si evidenzi una deviazione dei comportamenti", scriveva in una relazione scriveva. Un'opinione diametralmente opposta a quella dei medici che hanno fornito consulenza tecnica ai magistrati: "Il tipo di condotta di Cazzaniga è chiaramente in contrasto con il corretto comportamento professionale". Nel registro degli indagati, assieme al primario, sono stati iscritti altre 13 persone tra medici, infermieri e dirigenti dell'ospedale.